Alfonso Berardinelli ha scritto ieri su Avvenire che “la vecchia fiducia moderna nell’«educazione progressiva dell’umanità» non è confermata dai fatti.” E che, anzi, ci sono attività e produzioni che invece di avanzare regrediscono.
Ma davvero l’uso di tecnologie sempre più complicate ci ha reso più intelligenti e felici? Mah… L’informatica pare non avere prodotto grandi capolavori della letteratura in questi ultimi anni.
In fin dei conti la narrativa di Elsa Morante e di Italo Calvino, le poesie di Montale e Zanzotto sono state scritte a mano.
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1 marzo 2010 alle 5:41 AM |
Mi sembra normale: non è compito dell’informatica produrre capolavori della letteratura,così come non lo è della fisica o della matematica.
Purtroppo attività e produzioni che regrediscono (o fanno regredire) non sono colpa dell’informatica o della letteratura, ma dell’abbassamento mostruoso del livello culturale. Luogo comune, certamente, ma non per questo meno vero. In un certo senso anche l’informatica ne è svilita, quando da “scienza dell’informazione” diventa sempre più “scienza del controllo dell’informazione”…
1 marzo 2010 alle 11:06 AM |
E’ vero. L’abbassamento culturale c’è, si vede e si sente. Spesso manca un’originalità spiazzante che sovente nasce dalla sofferenza vera. Oggi troppe scritture sono simili e purtoppo sterili.